#Biografia - Polonia

Stefan Krukowski

Stefan Krukowski era un polacco che fu catturato durante una retata in una strada di Varsavia. Fu mandato in una prigione dura, dove fu torturato. Fu poi portato in uno dei campi di concentramento nazisti.

Stefan Krukowski nacque nel 1919. Quando scoppiò la seconda guerra mondiale, si diresse al fronte. Combatté nella Polonia orientale, dove finì in prigionia sovietica nel profondo dell'Unione Sovietica. Durante quel periodo, spesso sognava suo padre, che considerava una forma di protezione. Durante un trasporto verso uno dei campi, da cui i prigionieri, come si scoprì in seguito, furono giustiziati a Katyń, sognò suo padre, che disse al figlio di fuggire. Stefan Krukowski fuggì e riuscì a tornare nella Polonia occupata dai tedeschi.

Dopo essere stato arrestato e indagato nel 1940, i tedeschi lo mandarono al campo di Sachsenhausen, da dove fu inviato dopo alcune settimane al campo di Mauthausen. Descrisse le sue impressioni come segue:

Al momento del nostro arrivo al campo, era decisamente governato dai "verdi", prigionieri criminali [i prigionieri criminali avevano un triangolo verde cucito sui loro vestiti]. Il primo "winkel" rosso [termine gergale per un triangolo cucito] – sopra quello con la lettera P {un triangolo rosso con la lettera P significava un prigioniero politico di nazionalità polacca]. – ebbe su di loro un effetto infiammatorio. Se si voleva vincere la lotta per la vita e per la sopravvivenza, si doveva prima vincere la lotta per il potere o almeno per un pezzo di quel potere.

Stefan Krukowski nacque nel 1919. Quando scoppiò la seconda guerra mondiale, si diresse al fronte. Combatté nella Polonia orientale, dove finì in prigionia sovietica nel profondo dell'Unione Sovietica. Durante quel periodo, spesso sognava suo padre, che considerava una forma di protezione. Durante un trasporto verso uno dei campi, da cui i prigionieri, come si scoprì in seguito, furono giustiziati a Katyń, sognò suo padre, che disse al figlio di fuggire. Stefan Krukowski fuggì e riuscì a tornare nella Polonia occupata dai tedeschi.

Dopo essere stato arrestato e indagato nel 1940, i tedeschi lo mandarono al campo di Sachsenhausen, da dove fu inviato dopo alcune settimane al campo di Mauthausen. Descrisse le sue impressioni come segue:

Al momento del nostro arrivo al campo, era decisamente governato dai "verdi", prigionieri criminali [i prigionieri criminali avevano un triangolo verde cucito sui loro vestiti]. Il primo "winkel" rosso [termine gergale per un triangolo cucito] – sopra quello con la lettera P {un triangolo rosso con la lettera P significava un prigioniero politico di nazionalità polacca]. – ebbe su di loro un effetto infiammatorio. Se si voleva vincere la lotta per la vita e per la sopravvivenza, si doveva prima vincere la lotta per il potere o almeno per un pezzo di quel potere.

Il giorno della liberazione arrivò il 5 maggio. Ecco come lo ricordava Stefan Krukowski:

Il Kommandoführer corse come un gatto con la vescica per tutta la mattina, e infine verso mezzogiorno si precipitò come una tempesta nel magazzino <Stanno arrivando!> - gracchiò (...) Mi lanciò un addio "Continua così" e scomparve su per le scale. Uscii subito anch'io. Infatti, al piano di sotto, dietro la barriera, si sollevavano nuvole di polvere. In pochi secondi mi precipitai nel magazzino degli abiti, afferrai le mani di Danka e la trascinai sulla strada, sulla quale un grande carro armato con una stella bianca sulla torretta stava rotolando maestosamente (...). Danka si alzò e pianse, e io ripetei rapidamente nella mia mente "libertà, libertà" e rimasi sorpreso che fosse così facile.

Dopo la guerra, Stefan Krukowski rimase in Germania per un po', dove si arruolò nelle compagnie di guardia polacche, che si unirono all'esercito americano per proteggere l'ordine nel paese occupato. Quando nel 1946 sentì alla radio un appello della Croce Rossa Internazionale che sua madre lo stava cercando, tornò con Danka, che divenne sua moglie, in Polonia. Morì nel 1980.

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