#Biografia - Germania

Johan Niemann

Johan Niemann morì durante una rivolta di prigionieri nel campo di concentramento di Sobibor. Ha trascorso un terzo della sua breve vita come membro della macchina dell'odio nazista, il cui compito era quello di uccidere le persone ritenute indegne di vivere dalle autorità del Terzo Reich tedesco. Johan Niemann decise di documentare la sua carriera nelle SS creando una serie di fotografie che sono arrivate fino ai giorni nostri.

Nacque a Völlen, vicino al confine con i Paesi Bassi. Nel 1931, all'età di 19 anni, entrò nel NSDAP e tre anni dopo si unì ai ranghi delle SS. In breve tempo, fu assegnato prima al campo di Esterwegen e poi a quello di Sachsenhausen, vicino a Berlino. Non sappiamo molto delle sue azioni all'epoca. Tuttavia, si sa che nel 1941 fu assegnato all'azione “T4”, un'operazione per l'uccisione di disabili e malati mentali.

La sua carriera stava prendendo piede. Quando l'Operazione Reinhardt fu portata avanti dal Governo Generale, Johan Niemann fu inviato nella Polonia occupata, dove si stavano creando nuovi centri di sterminio. Il giovane SS fu dapprima inviato a Belzec, dove era appena stato organizzato il Campo II, una zona di sterminio, cioè un luogo in cui si trovavano camere a gas e fosse comuni. Niemann aveva un rapporto stretto con il comandante del campo Christian Wirth, che potrebbe essere stato il motivo del suo trasferimento al campo di Sobibor. Lì Johan Niemann divenne vice-comandante. Nella primavera del 1943 fu promosso al grado di Untersturmführer (tenente delle SS).

Il giorno in cui scoppiò l'ammutinamento del campo, Johan Niemann era l'ufficiale di grado più elevato, quindi divenne il primo bersaglio da eliminare da parte dei prigionieri. Fu attirato dagli ebrei di un gruppo che smistava i vestiti degli assassinati nel capannone per provare una giacca di pelle che era stata messa da parte per lui. Quando entrò, Alexander Shubayev, un soldato ebreo dell'Armata Rossa, lo uccise con un colpo d'ascia alla testa.

Molti anni dopo la guerra, nel 2015, la famiglia di Niemann ha trovato due album di fotografie che aveva scattato. Tra le fotografie sopravvissute c'erano quelle che documentavano le attività del campo di Esterwegen, che ritraevano la partecipazione dell'autore all'operazione “T4”, e quelle sui campi di Belzec e Sobibor. La collezione è stata donata al Museo della Memoria dell'Olocausto degli Stati Uniti.

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