Kurt Huber è nato a Coira, in Svizzera, nel 1893. Tre anni dopo la sua famiglia si trasferì a Stoccarda. Dopo aver terminato le scuole superiori, Huber iniziò a studiare musicologia, filosofia e psicologia all’università di Monaco. Conseguì il dottorato in musicologia nel 1917 e l’abilitazione in psicologia nel 1923.
Huber insegnò all’Università di Monaco a partire dal 1926. Si occupò di fenomeni teorici della musica e divenne uno dei principali rappresentanti della ricerca internazionale sul canto popolare. Nel 1937, fu nominato vicepresidente del dipartimento per gli studi sulla canzone popolare presso l’Istituto statale per la ricerca musicale tedesca di Berlino. Le speranze di una nomina permanente si infransero a causa dei vari intrighi: egli fu infatti accusato di avere “un atteggiamento decisamente antipartitico”. Huber tornò così all’Università di Monaco, dove però, secondo un rapporto dell‘Università, era da considerarsi “politicamente ambiguo”. Nel 1940 si iscrisse con riluttanza al NSDAP per assicurarsi un reddito migliore per sostenere la famiglia. Fu quindi nominato professore associato.
Le lezioni di Huber erano caratterizzate dal libero pensiero. Per questo motivo, erano frequentate anche da studenti critici nei confronti del regime, tra cuo i fratelli Scholl e Willi Graf. Nel giugno del 1942, Huber incontrò Hans Scholl durante una serata di lettura privata. Scholl gli inviò anonimamente i primi due opuscoli della Rosa Bianca. Per mantenere il legame con Huber, Scholl gli scrisse una lettera dalla missione medica sul fronte orientale, firmata anche da Graf e Schmorell.
Alla fine del 1942, Huber divenne parte attiva del gruppo di resistenza. Nel gennaio 1943 aggiunse al quinto volantino un importante messaggio sulla libertà e all’inizio di febbraio redasse il sesto volantino. Circa 3.000 copie furono stampate e distribuite dal gruppo a Monaco.
Il 27 febbraio 1943, pochi giorni dopo che i fratelli Scholl avevano diffuso il sesto volantino all’università per poi essere arrestati e condannati a morte, la Gestapo arrestò anche Huber. L’università lo espulse e gli revocò i titoli accademici. Huber continuò il suo progetto accademico in carcere, dove redasse anche un discorso di difesa.
Al processo del 19 aprile 1943, il Tribunale del Popolo condannò Huber a morte, insieme ad Alexander Schmorell e Willi Graf. Il 13 luglio 1943, il professor Kurt Huber fu decapitato nella prigione di Monaco-Stadelheim.