L'operazione Mincemeat venne elaborata dai servizi segreti britannici per far credere alle forze dell'Asse che i comandi alleati stessero progettando lo sbarco in Europa attraverso un attacco alla Grecia e alla Sardegna.
Per trarre in inganno i nemici venne fatto ritrovare sulla costa spagnola, nei dintorni della città di Huelva, il cadavere di un ufficiale britannico, William Martin, facendo in modo che sembrasse deceduto a seguito di un incidente aereo. Il piano fu concepito da Ewen Montagu, capitano della Naval Intelligence Division, e da Charles Cholmondeley, tenente della Royal Air Force.
Il corpo, in realtà, apparteneva a un senza fissa dimora gallese, Michael Glyndwr, morto dopo l'ingestione di un topicida, selezionato apposta perché la salma non venisse rivendicata da parenti e perché le condizioni del suo rinvenimento non destassero troppi sospetti rendendolo compatibile con una morte per annegamento.
Una serie di falsi indizi inseriti appositamente sul cadavere di Glyndwr (lettere, documenti ed effetti personali, tra cui persino la foto di "Pam", una finta fidanzata) doveva avvalorare il fatto che l'ufficiale William Martin recasse con sé tutta una serie di informazioni; queste avrebbero portato a supporre che gli Alleati stessero preparando uno sbarco in Sardegna o in Grecia e che l'attacco che si stava preparando nei confronti della Sicilia non fosse, in realtà, che uno specchietto per le allodole per distrarre le forze dell'Asse.
Quando la salma – conservata per tre mesi a una temperatura non troppo bassa per evitarne il congelamento e trainata dal sottomarino Seraph sino davanti a Huelva – venne rinvenuta dalla Guardia Civil sulla costa iberica ed esaminata dal servizio segreto spagnolo; le informazioni furono poi trasmesse al servizio segreto tedesco, che le ritenne plausibili. Anche grazie al depistaggio messo a segno con l'operazione Mincemeat le forze dell'Asse lasciarono relativamente sguarnita la Sicilia, consentendo il buon esito dell'operazione Husky.