L’occupazione tedesca di Monsummano Terme iniziò nei giorni immediatamente successivi all’Armistizio dell’8 settembre 1943 e segnò l’inizio della guerra totale sul territorio. Numerose ordinanze interessarono l’area, compromettendo la vita della popolazione locale: il coprifuoco dalle 22 alle 5; l’oscuramento notturno delle case; la presentazione obbligatoria per i militari sbandati; il divieto di aiutare i soldati angloamericani; la consegna forzata di tutte le armi; la proibizione di ascoltare canali radio ostili. Particolarmente drammatica in quel periodo fu la situazione degli sfollati, ammassati in strutture disabitate o ricavate da edifici dismessi, in condizioni sanitarie precarie e spesso privi dei basilari mezzi di sostentamento e di vestiario.
Uno dei capitoli più significativi fu quello dell’arresto e della deportazione dei cittadini di religione ebraica. Il 5 novembre 1943 e nei giorni immediatamente successivi alcune perlustrazioni organizzate da agenti del commissariato di pubblica sicurezza di Montecatini e da carabinieri della stazione di Monsummano, in collaborazione con militari tedeschi e repubblichini locali, condusse al fermo di persone «appartenenti a razza ebraica». Dopo un periodo di detenzione, dieci ebrei furono trasferiti prima a Firenze, poi nel campo di transito di Fossoli giungendo infine ad Auschwitz, dove vennero assassinati nelle camere a gas.
La presenza tedesca in paese fu avvertita con il lavoro dell’organizzazione Todt che aveva sede nello stabilimento termale della Grotta Giusti; reclutavano personale civile volontario od obbligato per edificare baracche, fortini in cemento e gallerie. Proprio qui, da inizio giugno fino al 14 luglio 1944, fu situato il quartier generale di Albert Kesselring, comandante della Wehrmacht in Italia; lui risiedeva nella villa Renatico Martini, in una posizione isolata e protetta dalle colline.
Il 23 agosto 1944, dopo altre stragi di civili, furono assassinate 174 persone nel corso dell’eccidio del Padule di Fucecchio. Il massacro fu effettuato da alcuni reparti della 26ª Divisione corazzata dell’esercito tedesco e comprese bambini, donne, anziani, molti dei quali contadini o sfollati. L’operazione di desertificazione del territorio ebbe come obiettivo l’eliminazione di qualsiasi presenza umana che potesse aiutare i partigiani e ostacolare la ritirata verso la Linea Gotica, terminata definitivamente pochi giorni dopo: il paese fu liberato dai partigiani il 4 settembre 1944.
Monsummano Terme fu decorato con la Medaglia d'Argento al Merito Civile.