Nel 1939 scoppiò la Seconda guerra mondiale in Europa con l’invasione tedesca della Polonia. Nei mesi successivi le ostilità si spostarono nell’Europa occidentale e settentrionale. Nel 1941 l’Operazione Barbarossa e l’attacco giapponese a Pearl Harbour trasformarono la guerra in un conflitto globale, spingendo Gran Bretagna, Stati Uniti e Unione Sovietica a sancire un’alleanza militare. La Francia, invece, raggiunse lo status di quarta potenza alleata solo agli inizi del 1945.
A seguito della resa incondizionata della Germania nazista, l’8 maggio 1945, le potenze alleate firmarono a Berlino, il 5 giugno 1945, la Dichiarazione Comune riguardo la Sconfitta della Germania - la cosiddetta Dichiarazione del 1945 - che abolì formalmente ogni forma di governo della nazione. Dal 17 luglio al 2 agosto 1945, presso il Palazzo di Cecilienhof a Potsdam, i leader delle potenze vincitrici si riunirono per discutere la gestione e il governo del territorio tedesco, la conduzione della guerra nel Pacifico ancora in corso, l’ammontare dei risarcimenti dei danni di guerra e le frontiere nell’Europa liberata.
Tuttavia, a seguito delle crescenti tensioni tra l’Unione Sovietica e le potenze occidentali, man mano aumentarono divergenze di vedute e, sul tema dei risarcimenti, ogni nazione decise di gestire a modo proprio l’entità degli indennizzi nelle rispettive zone di occupazione.