15 marzo 2024

Storie di donne che hanno fatto la resistenza

Durante i tumultuosi anni della Seconda guerra mondiale, le donne dei paesi occupati si sono mobilitate per combattere l'oppressione e la tirannia con atti di coraggio e resilienza. Anche se la storia si concentra spesso sulle figure maschili, il contributo delle donne è stato altrettanto cruciale, incidendo sulla forma e sul destino di molti movimenti di resistenza. Qua sotto puoi leggere le storie straordinarie di alcune di queste donne che hanno militato, svolgendo ruoli e mansioni differenti, nei movimenti di resistenza durante la Seconda guerra mondiale in Italia, Polonia, Germania e Paesi Bassi.

Ada Buffulini - Italia

Ada Buffulini nasce a Trieste nel 1912. Durante gli studi di medicina a Milano negli anni Trenta, diventa una fervente antifascista. Il suo attivismo si intensifica dopo l'incontro con Lelio Basso, segretario del Partito Socialista. Nel 1943 fu costretta a nascondersi, ma alla fine fu catturata dai fascisti e inviata nel campo nazista di Bolzano. Nonostante le circostanze, Ada sfrutta le sue competenze mediche e la conoscenza del tedesco per lavorare nell'infermeria del campo, organizzando in segreto le attività di resistenza. Nonostante i sospetti delle SS, rimase imprigionata fino alla liberazione del campo nel 1945. Dopo la guerra, Ada ha continuato il suo attivismo politico a Milano e si è unita all'Associazione nazionale degli ex deportati politici dai campi nazisti.

Aleksandra Mianowska - Polonia

Aleksandra Mianowska è stata una famosa attrice teatrale polacca che ha svolto un ruolo fondamentale nel movimento di resistenza durante la Seconda Guerra Mondiale. Durante l'occupazione, mentre lavorava per la Croce Rossa polacca a Lublino e Cracovia, aiutò i soldati polacchi a raggiungere l'esercito polacco occidentale e fornì assistenza agli ebrei, guadagnandosi il titolo di Giusta tra le Nazioni. L'impegno di Mianowska nella resistenza comportò un grande rischio personale. La Gestapo la arrestò nel 1940 e lei trascorse sei settimane nella prigione di Montelupich, dove scrisse l'"Inno di Montelupich" come simbolo di sfida. Dopo il suo rilascio, continuò le sue attività di beneficenza e di resistenza, collaborando con l'organizzazione clandestina Żegota e aiutando i soldati. Dopo la guerra, lavorò a Cracovia e insegnò all'Università Jagellonica .

Marga Grunberg - Germania/Paesi Bassi

Marga Grunberg fu una rifugiata ebrea che fuggì dalla Germania ai Paesi Bassi nel 1934 per sfuggire alle persecuzioni antisemite. Tuttavia, quando i Paesi Bassi caddero sotto l'occupazione nazista nel 1940, Grunberg dovette affrontare una crescente discriminazione e persecuzione. Grazie a Piet Landweer, capo dell'ufficio anagrafe di Amsterdam, ricevette una carta d'identità falsa. In seguito, Piet Landweer e Marga iniziarono a lavorare insieme per aiutare un maggior numero di persone. Piet creò carte d'identità false utilizzando i dati personali dei residenti deceduti di Amsterdam. L'attacco della resistenza all'Ufficio del Registro di Amsterdam, nel marzo 1943, rese un po' più facile per loro falsificare i documenti nel caos che ne seguì. La responsabilità di Marga era quella di distribuire i documenti contraffatti, trovare nascondigli per i bisognosi e fornire loro buoni pasto. Nel loro appartamento di Amsterdam, Marga e suo fratello Manfred diedero rifugio ai clandestini e li aiutarono a fuggire in Francia. Marga sopravvisse alla guerra, ma Piet Landweer fu arrestato e giustiziato insieme a cinque suoi colleghi nell'estate del 1944.

Evy Poetiray - Paesi Bassi

Nel 1937, Evy Poetiray, indonesiana di 19 anni, si recò nei Paesi Bassi per studiare. Tre anni dopo, la Germania nazista occupò i Paesi Bassi. Membro dell'associazione studentesca Perhimpoenan Indonesia (PI), che era a favore dell'indipendenza indonesiana e si opponeva al dominio coloniale olandese, Evy resistette al regime nazista. Aiutò i clandestini e distribuì giornali della resistenza.

Dopo la liberazione dei Paesi Bassi, Evy si dedicò all'indipendenza indonesiana. Rimase delusa quando i Paesi Bassi non riconobbero l'indipendenza dell'Indonesia dopo la Seconda guerra mondiale e iniziarono una guerra per riprendere il controllo della colonia. Finalmente, dopo quattro anni di guerra e sotto la pressione dell'opinione pubblica internazionale, i Paesi Bassi riconobbero l'indipendenza dell'Indonesia nel 1949.

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