Nel maggio del 1944, il Regno Unito era centro di attività militari. Caratteristica indimenticabile di quel periodo sono i numerosi palloni di sbarramento presenti nei porti e nei cantieri navali. Tali preparativi militari anticiparono il D-Day del 6 giugno 1944, quando gli Alleati occidentali lanciarono le operazioni Neptune e Overlord, che portarono al successo dello sbarco in Normandia. Mentre si avvicina l'80° anniversario di questo evento significativo, è importante comprendere i grandi sforzi logistici che lo hanno reso possibile.
Trasportare oltre 150.000 uomini via mare e 20.000 per via aerea in un solo giorno richiese mesi di meticolosa pianificazione da parte del Quartier Generale Supremo della Forza di Spedizione Alleata (SHAEF), guidato dal generale Dwight Eisenhower. Il centro di comando si trovava a Southwick, vicino a Portsmouth, all'interno dell'area di smistamento A. Southwick House, sede della base navale HMS Dryad, fu il luogo in cui Eisenhower diede l'ordine di procedere, il noto "si parte " .
Pianificazione e coordinamento
Chi pianificò l'operazione tenne conto di ogni dettaglio, comprese le reti stradali, i punti di traffico, le panetterie, i depositi di carburante e il recupero dei veicoli. I campi di smistamento, spesso nascosti in aree boschive per evitare l'osservazione aerea del nemico, variavano per dimensioni e capacità, ospitando da 400 a 4.000 truppe. Ad esempio, Southampton Common ospitava un grande campo di smistamento per i Commandos. Ogni area di smistamento, designata da una lettera in codice, conteneva numerose sotto-aree, tutte interconnesse da reti stradali che conducevano ai punti di imbarco.
I punti di imbarco erano allineati con le spiagge designate per gli sbarchi del D-Day. Movimenti efficienti e organizzati di truppe assicurarono una transizione fluida dai campi ai punti di imbarco e alle spiagge. I rigidi programmi di carico fecero invece sì che le navi, una volta caricate, si allontanassero dalle aree di imbarco, per far posto all'ondata successiva.
Le aree strategiche di imbarco
Diverse divisioni si imbarcarono da aree specifiche per snellire l'invasione ed evitare incroci in mare. La 4ª Divisione di fanteria statunitense si imbarcò dalla Cornovaglia e dal Devon per Utah Beach, mentre la 1ª e la 29ª Divisione di fanteria statunitensi, insieme ai Ranger americani, partirono dal Dorset per Omaha Beach. La 50ª Divisione di fanteria britannica, la 3ª Divisione di fanteria canadese ed elementi della 3ª Divisione di fanteria britannica si imbarcarono dall'Hampshire per le spiagge Gold, Juno e Sword. Il contingente principale della 3ª Divisione di fanteria britannica partì dal Sussex per Sword Beach.
Truppe aviotrasportate e supporto aereo
Le truppe aviotrasportate, destinate a scendere in Normandia o ad atterrare con l'aliante, furono dislocate nei pressi dei campi d'aviazione e lì si trasferirono il 5 giugno per il controllo dell'equipaggiamento e il carico. Circa 12.000 aerei, tra cui caccia e bombardieri, riempirono i cieli il 6 giugno, seguendo le traiettorie di volo pianificate per evitare collisioni in aria e garantire il successo delle missioni.
I rigorosi preparativi e le prove
Ad aprile e maggio, le forze americane, canadesi e britanniche condussero prove generali complete, testando il processo d'imbarco e simulando quello che sarebbe successo, dagli sbarchi sulla spiaggia ai combattimenti nell'entroterra. Queste esercitazioni, sebbene costose in termini di perdite, furono cruciali. In particolare, l'esercitazione Tiger vide la perdita di 749 uomini della 4a divisione di fanteria statunitense quando le forze tedesche attaccarono, un bilancio superiore a quello della stessa Utah Beach durante il D-Day.
In occasione dell'80° anniversario del D-Day, la riflessione sulla preparazione al D-Day vuole raccontare e commemorare lo sforzo di coordinamento, la dedizione e il sacrificio che hanno reso possibile questo momento cruciale della Seconda guerra mondiale.